giovedì 26 maggio 2016

LA TEORIA DEL GIUSTO

Una semplice figura corporea, un animale, è questo che dovremmo essere se non fossimo dotati di ragionamento.
Eppure dal momento in cui l'uomo è divenuto tale, elevandosi attraverso l'uso degli arti e comprendendo la funzione della natura ha trovato davanti a se la medesima situazione da parte degli altri.
A vivere non siamo soli, perciò rapportarci con gli altri spesso diviene necessario.
Il singolo ora è società, una piccola molecola alla quale è affidato un compito, una posizione dentro il collettivo.
A questo punto entra in gioco il ragionamento, la coscienza del singolo.
Ogni uomo decide se subordinare il suo pensiero a quello degli altri o, nonostante vada in netto contrasto con la massa, perseguire i suoi obbiettivi portando avanti l'ideale che lo rappresenta.
Entrano perciò in gioco due circostanze:
1- Si sviluppa un apparato molto simile a quello di Hobbes, l'uomo non è valorizzato e in più non valorizza se stesso, è un semplice suddito, messo in ombra dalla figura del Leviatan, colui che prevale sull'insieme.
La coscienza, l'idea del singolo è offuscata dal sistema.
Collocando quest'idea nel contesto odierno ci accorgeremmo di come, nonostante l'esistenza di una repubblica e di uno stato socialmente avanzato, metaforicamente parlando, il Leviatan possa essere rappresentato dalla massa stessa.
Il sociale è facilmente paragonabile a quella tirannide descritta dal noto filosofo inglese del settecento.
Non si tratta di un soffocamento a livello istituzionale, giuridico, è opportuno precisare che tale insieme di individui tende a condizionare il singolo attraverso opinioni, pareri che implicitamente sottintendono un disappunto o una critica.
In altre parole, nei nostri giorni è il pensiero che condiziona.
In questa prima circostanza l'individuo potrebbe anche essere valido mentalmente, ma è facilmente influenzabile, perciò qualsiasi sua idea innovativa perderebbe valore, verrebbe in ogni caso "Sporcata" dall'opinione pubblica che rappresenta la stragrande maggioranza.
L'uomo si sente quindi una minuscola figura, ha paura di far valere i suoi ideali, anche nel caso in cui questi ultimi siano una chiave per cambiare il mondo.
Ponendo fine a questa prima possibilità si potrebbe dire che: l'idea innovativa (ciò che l'uomo ha da dire indipendentemente dal giudizio degli esterni) è offuscata dall'idea collettiva (ciò che gli esterni hanno da dire indipendentemente dal giudizio del singolo).
Seguendo questo schema, il Giusto (l'insieme di idee oggettivamente valide per far progredire la società) perde il suo valore.
Traendone le conclusioni, la società stagna in una posizione fissa, restando immobile all'infinito.
2-Per rimuovere la società da tali "Sabbie mobili" entra in gioco l'individuo che detta la seconda condizione. Quest'uomo prende il nome di "Coscienzioso", il quale attraverso le sue numerose virtù, riesce a far prevalere "L'idea innovativa" su "L'idea collettiva".
Ciò lascia presupporre che quest'ultimo agisce indipendentemente dall'idea della collettività, dando ascolto all'intelletto e attribuendo importanza al progresso della società.
Egli non teme dunque condizionamenti, critiche o derisioni, è un essere indipendente e agisce solo in funzione del sociale.
"Il giusto" è ora compiuto, la società torna a progredire evadendo dal ciclo in cui si trovava in precedenza.
Proprio adesso, chiunque si trovasse a leggere questa teoria, potrebbe pensare: "Chi mi dice che il singolo abbia ragione e che il collettivo abbia torto?". A questa domanda si potrebbe rispondere incentrando ancora una volta il ragionamento sull'Uomo coscienzioso.
In quest'ultimo la virtù detta legge, ciò significa che il suo valore ideale è talmente alto da agire pur contrapponendosi alla massa, perciò non potrebbe mai unirsi ad essa.
Il "Coscienzioso" è quindi incondizionabile e come tale crede fermamente nella sua idea. Non si potrebbe dire la stessa cosa del collettivo, il quale, pur partendo da un'idea, è formato da figure che agiscono prevalentemente per convenienza, non di certo perchè esclusivamente credono nell'ideale.
Come ci spiegheremmo il fatto che l'individuo coscienzioso possa rimanere solo in tutto e per tutto?
Semplice, perchè la sua idea non entra nei canoni di convenienza.
Ecco quindi la comparsa di un altro elemento: "La convenienza".
Da ciò traiamo una conclusione: l'individuo agisce per interesse, il collettivo per convenienza.
Ciò vuol dire che sarà sempre l'individuo coscienzioso a cambiare la società, la massa sarà per sempre condannata a restare all'interno di una mentalità retrograda e opportunista, la quale non porterà mai avanti il mondo.
Attraverso questa teoria si dimostra il fatto che, nonostante ci si trovi in un contesto allargato come la società, è sempre la componente legata ai valori umani a fare la differenza, a volte il singolo vale più di un gruppo di mille, ciò che conta non è la quantità legata all'idea, ma sarà sempre la qualità.




Nessun commento:

Posta un commento